L’errore del Radicalismo e la Verità

E di’: “È giunta la verità, la falsità è svanita”. Invero la falsità è destinata a svanire.
(Corano, 17:81)

C’è un altro fattore che dobbiamo esaminare insieme a quello del terrore: il fenomeno del radicalismo.

Radicalismo significa sostenere repentini cambiamenti distruttivi e rivoluzionari in tutti gli ambiti, e applicare una politica rigorosa e intransigente al fine di raggiungere tali cambiamenti. I radicali si caratterizzano per il loro desiderio di cambiamenti rivoluzionari e dal severo, qualche volta aggressivo atteggiamento che adottano.

In questa, come in ogni sfera della vita, la guida per il musulmano sono i versetti del Corano e la vita del nostro Profeta Muhammad (pbsl). Se osserviamo il radicalismo alla luce del Corano, ci accorgeremo che non ha nulla a che fare con il modo in cui Dio ordina ai credenti di comportarsi. Quando Dio descrive un credente nel Corano, Egli lo descrive come una persona pacata, amorevole, che evita i conflitti e le discussioni, che si avvicina anche alle persone più ostili con calore e amicizia.

Un esempio di questo è il comando dato da Dio al Profeta Mosè e ad Aronne (pace su di loro) di andare da Faraone e parlare con lui in maniera dolce:

“Andate da Faraone: in verità si è ribellato! Parlategli con dolcezza. Forse ricorderà o temerà [Allah] “. (Corano, 20:43-44)

Faraone era uno dei miscredenti più crudeli e ribelli della sua epoca. Era un despota che negava Dio e in modo ignorante, adorava gli idoli; oltre a questo, sottopose i credenti (gli Israeliti del tempo) a terribili crudeltà e omicidi. Ma Dio ordinò ai Suoi Profeti di andare da un uomo così ostile e parlargli dolcemente.

È da notare che la maniera indicata da Dio è quella del dialogo amichevole e non il conflitto e l’uso di parole taglienti, slogan rabbiosi e proteste agitate.

Alcuni esempi del parlare con parole piacevoli nel Corano

Altri esempi che mostrano ai musulmani come comportarsi si trovano nel racconto del dialogo tra il Profeta Shuayb (pace su di lui) e i Madianiti. Questo dialogo è riportato nel Corano in questo modo:

E ai Madianiti [mandammo] il loro fratello Shuayb. Disse: “O popol mio, adorate Allah. Non avete altro dio, all’infuori di Lui. Non truffate sul peso e sulla misura. Vi vedo in agiatezza, ma temo per voi il castigo di un Giorno che avvolgerà.

O popolo mio, riempite la misura e [date] il peso con esattezza, non defraudate la gente dei loro beni e non spargete disordine sulla terra, da corruttori.

Quello che permane presso Allah è meglio per voi, se siete credenti. Io non sono il vostro custode”.
Dissero: “O Shuayb! Abbandonare quello che adoravano i nostri avi, non fare dei nostri beni quello che ci aggrada... è questo che ci chiede la tua religione? Invero tu sei indulgente e retto! “.

Disse: “O popolo mio, cosa pensate se mi baso su una prova evidente giuntami dal mio Signore, Che mi ha concesso provvidenza buona? Non voglio fare diversamente da quello che vi proibisco, voglio solo correggervi per quanto posso. Il mio successo è soltanto in Allah, in Lui confido e a Lui ritornerò”. (Corano, 11:84-88)

Quando esaminiamo quello che dice, vediamo che il Profeta Shuyab (psl) invitò la gente a credere in Dio e a seguire nobili principi morali, e che lo fece con cordialità e umiltà. Possiamo spiegare alcune delle ragioni che stanno dietro le cose dette in questi versetti:

◉ Quando il Profeta Shuayb dice: “Io non sono il vostro custode” alla gente, egli non vuole dominarla; la sua unica intenzione è quella di comunicare loro la verità che Dio ha rivelato.

“Invero tu sei indulgente e retto!”: queste parole dette dai Madianiti al Profeta Shuayb mostrano il suo carattere affettuoso, umile e cortese, che viene particolarmente apprezzato dai Madianiti.

“O popolo mio, cosa pensate”. Queste parole usate dal Profeta Shuayb dimostrano che egli invita i Madianiti a usare la loro intelligenza e coscienza. In altre parole, non usa pressione o insistenza, ma pone le loro idee sotto un’altra prospettiva e li invita a prendere in considerazione e a giungere a una conclusione basata sulla loro libera coscienza.

“Non voglio fare diversamente da quello che vi proibisco”. La proibizione fatta dal Profeta Shuayb qui in realtà non è una vera proibizione. Egli spiega che alcune azioni sono peccaminose e invita il popolo ad abbandonarle. Inoltre, lo scopo del Profeta Shuayb non è quello di discutere con la gente; egli non vuole metterli a disagio e incitare alla lite; vuole solo invitarli alla fede e all’applicazione dei principi morali nobili.

Esaminando il Corano si noterà che un’indole affettuosa, cordiale e compassionevole è ciò che caratterizzò tutti i Profeti. Dio rivela che il Profeta Abramo (pace su di lui) era “tenero e premuroso” (Corano, 9:114). E in un altro versetto, i principi morali del Profeta Muhammad (pbsl) sono descritti in questo modo:

È per misericordia di Allah che sei dolce nei loro confronti! Se fossi stato duro di cuore, si sarebbero allontanati da te. Perdona loro e supplica che siano assolti. Consultati con loro sugli ordini da impartire; poi, quando hai deciso abbi fiducia in Allah. Allah ama coloro che confidano in Lui. (Corano, 3:159)

Dio Ordina Alle Persone Di Evitare Di Usare Parole Di Rabbia

Una chiara caratteristica del radicalismo è la rabbia. Questa indole può essere osservata chiaramente nei discorsi, negli scritti e nelle dimostrazioni dei radicali. Tuttavia, la rabbia non è un attributo dei musulmani. Quando Dio descrive i credenti nel Corano, Egli afferma:

“Quelli che donano nella buona e nella cattiva sorte, per quelli che controllano la loro collera e perdonano agli altri, poiché Allah ama chi opera il bene”. (Corano, 3:134)

Non c’è situazione in cui un musulmano esprima rabbia. Ogni musulmano naturalmente vuole che anche le altre persone credano in Dio e che vivano secondo i principi morali, ma questo è possibile solo attraverso la grazia di Dio. Non importa cosa facciamo, non importa quanto cerchiamo di spiegare la verità alla gente, i cuori umani sono nelle mani di Dio. Dio ricorda ai musulmani di questo fatto molto importante in questo versetto: “...Non vedono i credenti che Allah, se volesse, potrebbe guidare tutti gli uomini sulla retta via?... “ (Corano, 13:31)

Il dovere del musulmano è quindi solo quello di spiegare i fatti e di invitare le persone ad accettarli. Che la gente accetti l’invito o meno, è completamente in base alla loro coscienza. Dio rivela questa verità nel Corano quando dice che non c’è costrizione nella religione.

Non c’è costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall’errore. Chi dunque rifiuta l’idolo e crede in Allah, si aggrappa all’impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente. (Corano, 2:256)

Pertanto, non ci dev’essere alcuna coercizione per far credere alla gente e per farla diventare musulmana, o per far sì che i musulmani eseguano le preghiere rituali e che si guardino dal peccato. Ci dev’essere solo il consiglio. Dio rivela in alcuni versetti rivolti al Messaggero di Dio (pbsl) che i musulmani non sono oppressori:

Ben conosciamo quello che dicono: tu non sei tiranno nei loro confronti! Ammonisci dunque con il Corano chi non teme la Mia minaccia. (Corano, 50:45)

Di’: “O uomini! Vi è giunta la verità da parte del vostro Signore. Chi è sulla Retta Via lo è per se stesso, e chi se ne allontana lo fa solo a suo danno. Io non sono responsabile di voi”. (Corano, 10:108)

I musulmani sono responsabili solo di spiegare la morale religiosa, non fanno alcuna pressione o coercizione a nessuno, e sono incoraggiati a parlare dolcemente anche ai negatori più tirannici. Queste persone non possono essere dei radicali perché il radicalismo è tutto l’opposto delle qualità che abbiamo appena enumerato. Senza dubbio il radicalismo è una corrente di pensiero che non fa parte dell’Islam, e una posizione politica che è stata introdotta nel mondo islamico dall’esterno. Esaminando i fenomeni sociali descritti in termini di radicalismo, si noterà che si tratta fondamentalmente di una serie di metodi e dichiarazioni utilizzati dai comunisti, o di espressioni della “rabbia fanatica” che non ha posto nel vero Islam. (Corano, 48:26)

Come Si Può Rompere il Circolo Vizioso del Radicalismo e del Terrore?

Radicalismo

R. Radicalism T. Terror

R. RADICALISMO
T. TERRORE

Come detto nelle sezioni precedenti, c’è un fatto concreto che continua tutt’ora a sussistere, dopo 13 anni di operazioni militari dall’Afghanistan alla Libia e dalla Nigeria all’Iraq; i gruppi terroristici radicali non hanno cessato di esistere con l’uso della forza militare, della violenza e dell’oppressione, anzi, al contrario sono cresciuti diventando ancora più forti.

Per di più, tutti i tipi di operazioni militari tra cui attacchi aerei e operazioni di terra, hanno provocato solo più morti tra i civili, più città e infrastrutture distrutte, e la conseguente rabbia crescente nei paesi interessati, che ha portato per lo più benefici alle organizzazioni radicali. Spendere miliardi di dollari per la formazione di persone che potessero opporsi, fornendo in tal modo risorse umane alle organizzazioni terroristiche, è una situazione più che indesiderabile.

Anche se l’uccisione dei leader delle organizzazioni terroristiche viene presentata come una tecnica efficace per alcuni analisti militari, vista da una prospettiva più ampia non ha prodotto alcun risultato. L’uccisione di Osama bin Laden ovviamente non ha significato la fine di al-Qaida.

Inoltre, le organizzazioni terroristiche sono abilmente in grado di trasformare questi attacchi armati contro di loro in propaganda.Essi descrivono gli attacchi contro di loro come la cosiddetta prova a sostegno della giustizia della loro causa. Per questa ragione le organizzazioni o diventano più forti, o proseguono le loro attività sottoterra, e questo rende la lotta militare contro di loro inefficace.

Al fine di rompere la spirale del terrore, vanno fatti dei miglioramenti socio-economici, e le politiche che assicurano l’attuazione dei processi democratici devono essere portate alla ribalta nelle regioni colpite dalle attività terroristiche. Affinché tutto questo possa accadere però, è fondamentale eliminare l’ignoranza che si trova alla radice di tutti gli errori delle mentalità radicali. Il modo per farlo è attraverso attività educative e culturali. Dev’essere attuata una corretta educazione con idee precise; questo sarebbe anche molto più economico che spendere migliaia di miliardi di dollari in armi per poi spendere altri miliardi in aiuti umanitari, ed è un metodo che porterebbe a risultati immensamente migliori.

È possibile fermare questi militanti prima che si trasformino in assassini attraverso delle precauzioni prese contro le basi intellettuali e filosofiche di queste organizzazioni. Si potrebbe così impedire nuovi reclutamenti da parte di quelle organizzazioni. Nessuna organizzazione del terrore riuscirebbe a resistere a una simile lotta intellettuale attraverso tv, radio e Internet. Un movimento che perde la sua base intellettuale non può sopravvivere. Gli stati dovrebbero assumersi questo compito oppure sostenere le organizzazioni non governative che si rendono disponibili a farlo.

Una mobilitazione educativa contro tutte le organizzazioni terroristiche, a prescindere dalle loro radici ideologiche, è ciò che serve per ostacolare il vergognoso terrore a cui si assiste in ogni parte del mondo.

A. Budget Militari ($ Dollari Statunitensi )

Gli stati del mondo versano denaro per combattere l'estremismo con l'esercito; ma questa minaccia continua a crescere. Una mobilitazione educativa contro le organizzazioni terroristiche è quello che ci vorrà per evitare lo scandalo del terrorismo in tutto il mondo.

La NATO continua a versare denaro nella lotta all’estremismo attraverso l’uso della forza armata; ma perché queste minacce continuano a crescere? La risposta è nella direzione in cui vengono rivolte le finanze. Cercare di combattere un’ideologia estremista esclusivamente con la forza fisica servirà a ben poco oltre al causare l’aumento del numero dei sostenitori di quella ideologia. Le campagne militari nelle zone interessate costeranno altre innocenti vite umane, e di conseguenza i parenti e la cerchia di persone vicine a coloro che moriranno durante gli attacchi, saranno spinti a unirsi agli estremisti a causa del loro risentimento verso l’Occidente.

Questi pericolosi atti devono giungere al termine e la loro base ideologica dev’essere annientata in tutto il mondo. È un dato di fatto che questo è qualcosa che può essere fatto solo da parte delle nazioni del Medio Oriente, con l’aiuto dei loro alleati occidentali. A questo proposito, al fine di sradicare il radicalismo e i suoi effetti a livello globale, e di difendere i diritti umani e gli ideali positivi dell’umanità come la democrazia e il pluralismo, l’educazione è il passo più importante. Per bloccare la proliferazione del radicalismo - una grave minaccia contro la sicurezza globale - i leader mondiali devono rendersi conto della necessità urgente di una campagna intellettuale e cercare dei metodi per eliminare l’ignoranza con lo sforzo intellettuale.

Il Vero Costo Della Spesa Delle Attrezzature Militari E Di Tutte Le Altre Cose Che Sarebbero Potute Essere Acquistate

Il budget militare degli Stati Uniti è aumentato del 104% in 11 anni. La spesa di $354 miliardi del 2001 è salita a $721 miliardi prima del 2011.

Il denaro speso nelle forze armate sarebbe potuto essere investito nella sanità e nell'istruzione, e migliaia di persone avrebbero potuto trovare opportunità di lavoro.

Queste due pagine mostrano alcuni esempi di come la spesa militare avrebbe potuto essere impiegata in altri settori.

L’Attacco di Charlie Hebdo: Un Esempio Che Dimostra L’Importanza del Contrastare Intellettualmente il Terrorismo

Uno tra i più terribili atti di terrorismo radicale che stiamo descrivendo in questo libro è senza dubbio l’uccisione di 12 persone dello staff della rivista satirica Charlie Hebdo a Parigi. Dopo questo attacco, anche sinagoghe, moschee, organizzazioni islamiche, negozi kosher e cimiteri sono stati minacciati. L’attacco durante una riunione tenutasi in Danimarca per commemorare il personale di Charlie Hebdo ha, ancora una volta, evidenziato la gravità della situazione.

Sembra essersi formato un circolo vizioso di odio, e questo circolo nuoce soprattutto alle ordinarie persone innocenti. I radicali di tutte le filosofie hanno il potenziale per rendere l’Europa un ambiente invivibile per tutti in generale, e in particolar modo per le minoranze come musulmani ed ebrei. Terrorismo, anarchia e violenza sono quindi i maggiori problemi di questo secolo. Il mondo islamico in particolare, sta subendo maggiormente a causa di questa afflizione. Tuttavia, dobbiamo ribadire ancora una volta che il terrorismo non ha religione.

Il terrorismo e la violenza sono il risultato inevitabile di un sistema educativo che ritiene che gli esseri umani siano meramente degli animali che lottano per la loro vita in un ambiente crudele; questo sistema insegna alle persone la crudeltà, l’egoismo e la spietatezza. In questo sistema altruismo, cooperazione, compassione e amore non hanno valore. Un essere umano diventa forte solo se è crudele ed egoista. Quando una persona spiritualmente debole viene educata a questo sistema, e soprattutto se non sa come usare la sua coscienza, verrà facilmente influenzata da qualsiasi ideologia che vede “la violenza come un mezzo per dimostrare qualcosa a se stessa e per ottenere i suoi diritti”. In sintesi, una persona che viene formata in base a una tale educazione, potrà essere persuasa ad adottare i metodi dei terroristi a volte sotto l’influenza di principi comunisti, e altre volte sotto influenze radicali che vengono descritte come islamiche. Per questo motivo, la prima misura che il mondo deve prendere contro il terrorismo è correggere questo scorretto sistema educativo.

Sembra essersi formato un circolo vizioso di odio che ferisce soprattutto le comuni persone innocenti.

È vero che i contenuti di Charlie Hebdo e altre simili pubblicazioni offendono i musulmani. I contenuti che questa rivista pubblica offendono non solo i musulmani, ma anche cristiani, ebrei, buddisti e molte altre persone. Quello che un musulmano dovrebbe fare di fronte a questa situazione, è servirsi di ricorsi legali per chiedere che i suoi valori non vengano offesi. Meglio ancora, potrebbe affrontare i responsabili (o quelli che hanno idee simili) in maniera amichevole e spiegare loro - gentilmente - che il loro atteggiamento non è piacevole, che l’umorismo può essere fatto con uno stile più elegante, e invitarli ad adottare un atteggiamento più amorevole e compassionevole. Potrebbero scrivere e parlare di tutte quelle idee sbagliate che vanno corrette, e farlo poi sapere al mondo intero. Un musulmano rispettoso del Corano però non può mai uccidere un’altra persona semplicemente perché questa non segue l’Islam.

D’altra parte, omicidi e atti brutali in nome dell’Islam vengono commessi in tutto il mondo, e le vittime di questi atti orribili sono generalmente musulmani. Decine di musulmani perdono la vita ogni giorno a causa di attacchi terroristici eseguiti in ogni parte del mondo.

Bisogna tener presente che il modo in cui vivono queste persone non segue un Islam basato sul Corano, ma il radicalismo. La radicalità emersa dopo la morte del Profeta Muhammad (pbsl) ha prodotto delle leggi che sono inesistenti nella religione e, utilizzando il nome di Dio e del Profeta (pbsl), ha creato una religione completamente nuova. In questo sistema che si è sviluppato sulla base di hadith fabbricati non c’è spazio per l’amore, la compassione, l’amicizia, il rispetto per le donne, la pace, la bellezza, l’arte o la scienza; in altre parole per tutte quelle cose che portano gioia alla gente. C’è spazio solo per l’oppressione, la coercizione, la crudeltà e la violenza. Il sistema radicale cerca praticamente di seppellire la gente viva, e di portare via tutto ciò che è bello, utilizzando il nome dell’Islam.

Islam Karsiti Karikatur Amaci

I contenuti di Charlie Hebdo e di altre pubblicazioni simili offendono i musulmani. Tuttavia, ciò che un musulmano dovrebbe fare è ricorrere a risorse giuridiche. Meglio ancora, potrebbe cortesemente spiegare ai trasgressori che l'umorismo può essere fatto in uno stile più elegante, e incoraggiarli ad adottare un atteggiamento più amorevole e compassionevole.

Pertanto, è di primaria importanza che, nel tentativo di chiarire il fatto che l’Islam è una religione di pace, le spiegazioni si basino sul Corano. È tecnicamente impossibile per una persona che difende una versione dell’Islam piena delle superstizioni dei radicali, di hadith fabbricati e di racconti, parlare di pace e amore.

Questa verità fornisce una guida non solo ai musulmani, ma anche al mondo occidentale che vuole fermare il terrorismo: il modo per fermare il cosiddetto terrorismo islamico è sradicare intellettualmente le idee che lo alimentano. Fintanto che persisterà lo stato mentale radicale e di conseguenza si continuerà a bombardare il mondo musulmano con droni, a inviare truppe, o a uccidere i capi terroristi e a reagire alla violenza con altra violenza, il terrorismo non avrà fine. Al contrario tutto questo lo alimenterà e lo renderà un mostro ancora più grande. Tutto ciò che può aggravare l’odio e le ostilità, deve essere prudentemente evitato, e va creato un ambiente di idee piuttosto che uno di armi.

Cerchiamo di ripetere: qualsiasi forma di terrore è inaccettabile. In particolare, mettere l’Islam, che ritiene l’uccisione di una persona equivalente all’uccisione di tutta l’umanità, sullo stesso piano del terrore, è una delle peggiori tragedie del nostro secolo. Il terrore non scomparirà facendo marce di protesta per le strade, né grazie alle condanne da parte dei politici, né ripetendo semplicemente: “l’Islam è una religione di pace”. Il fatto che l’Islam sia una religione di pace si trova nel Corano, e questo dev’essere proclamato al mondo con insistenza e con elementi di prova, attraverso l’educazione. Il mondo islamico ha bisogno anche di essere depurato dalle assurdità e capire che, a tale scopo, il sostegno occidentale è indubbiamente importante, ma che sono i musulmani a doverlo fare.

Perché Le Persone Si Uniscono Alle Organizzazioni Terroristiche Radicali?

Esperti in materia di terrorismo, agenti dei servizi segreti, scrittori, editori e analisti dell’Occidente, cercano costantemente la risposta alla domanda: perché le persone si uniscono alle organizzazioni radicali?

Hanno fatto emergere numerose teorie; hanno parlato di ragazzi poveri delle periferia delle città, di persone incolte e ignoranti, e di giovani annoiati in cerca di avventura. Alcuni descrivono questo fenomeno come “la forza attrattiva della politica utopica”, mentre altri sostengono che queste persone abbiano l’obiettivo di “scrivere un proprio pezzo di storia da sé”.

Tuttavia queste teorie sono state in gran parte accantonate dal momento che è stato progressivamente capito che molti di questi gruppi sono formati da un gran numero di persone benestanti, uomini in carriera, intellettuali, medici e ingegneri, e che molti dei loro membri provengono da ambienti di agiatezza.

L’ISLAM RIFIUTA LA BARBARIE E INSEGNA L'AMORE E LA PACE

Gli odierni mezzi di comunicazione permettono ai gruppi terroristici radicali di educare i loro seguaci attraverso Internet, e quindi, di far arrivare le loro ideologie a ogni angolo del pianeta. Di fronte a questa minaccia, c’è solamente una cosa da fare: iniziare una lotta intellettuale affinché internet, le tv e le radio vengano utilizzati per scopi migliori di quelli dei radicali.

Alcuni hanno affermato che coloro che si uniscono a queste organizzazioni hanno “problemi mentali”. Questo è quanto dichiarato da John Horgan, psicologo e docente presso il Centro per lo Studio del Terrorismo e della Sicurezza dell’Università del Massachusetts di Lowell: “Presumiamo che quello che fanno i terroristi possa essere spiegato attraverso la patologia di queste persone, ma cercare di spiegare il terrorismo come una malattia mentale è fuorviante.”2

Horgan e altri hanno dovuto eliminare tutte le eventualità che avevano ipotizzato; né la povertà, né la noia, né la malattia mentale possono spiegare il motivo per cui persone provenienti da quasi ogni paese del mondo sono così determinate a superare tante difficoltà per diventare parte di un sistema in cui le persone muoiono e vengono uccise con facilità. Nessuno si butterebbe in una guerra, abbandonando la sua famiglia e tutto quello che possiede allo scopo di “scrivere una parte di storia”. Nessuno accetterebbe mai la morte così rapidamente e in maniera incondizionata.

Le persone si stanno unendo ai gruppi radicali da tutto il mondo, dai paesi europei al Kazakistan, dall’Australia alla Somalia e dalla Russia alla Tunisia. Il numero di persone che entrano in questi gruppi è sempre in aumento. Paesi europei come la Francia e la Germania sono in cima all’elenco.

Diamo ora uno sguardo alla vera risposta all’inquietante domanda a cui abbiamo fatto riferimento nel titolo: l’allontanamento dal Corano e dai veri insegnamenti dell’Islam e la conseguente adesione ad un’interpretazione distorta dell’Islam, hanno spinto alcuni musulmani a voltare le spalle alla libertà, all’arte e alla scienza, e li hanno radicalizzati in modo significativo. L’incontrollata diffusione dell’infrastruttura ideologica del radicalismo (talvolta avvenuta in un modo controllato da alcune forze segrete), ha iniziato a minacciare una vasta fascia di territorio che include l’Europa. Il radicalismo che ne è derivato ha scatenato l’islamofobia, eppure i sostenitori dell’islamofobia non riescono ad accorgersi che stanno ulteriormente incoraggiando il radicalismo in un modo che non avrebbero mai voluto.

Si stima che circa 15.000 combattenti proveniente da almeno 80 nazioni, siano entrati in Siria per aiutare a far cadere il regime di al-Assad. In questo momento l'Europa è in uno stato di abietta paura e paranoia riguardo ai membri delle organizzazioni radicali che potrebbero tornare nei loro paesi d'origine e continuare a commettere atti di terrorismo nei loro paesi.

L’aumento del numero di coloro che cercano un modo per distruggere l’Islam e i musulmani, che non vogliono i musulmani nel loro paese e che rimangono seduti a guardare l’oppressione dei musulmani nel mondo, contribuisce ulteriormente a incitare all’odio. Gli scenari raccapriccianti lasciati dagli interventi delle forze della coalizione in Afghanistan e in Iraq sono stati la goccia finale. Nessuno poteva rimanere o è rimasto indifferente all’uccisione indiscriminata di famiglie e alla distruzione delle abitazioni da parte delle potenze occidentali. La ferocia incita inevitabilmente all’odio.

L’obiettivo della coalizione occidentale potrebbe essere veramente quello di portare la sua versione di democrazia in queste terre. Eppure il metodo utilizzato è così sbagliato da aver danneggiato non solo il Medio Oriente, ma anche l’Occidente stesso. Coloro che vogliono comprendere il motivo per cui così tante persone provenienti dall’Europa si sono unite a gruppi radicali, e che desiderano capire perché il suicidio è un problema così rilevante nell’esercito degli Stati Uniti, devono dare un profondo sguardo alla natura erronea delle politiche che vengono seguite.

Quindi, quale dovrebbe essere la soluzione? I gruppi radicali seguono un’ideologia deviante che molte persone in tutto il mondo ritengono vera. I seguaci di quella ideologia non possono opporsi ai gruppi in questione perché, in fondo, semplicemente non credono di essere nella strada sbagliata. Questo problema così profondamente radicato, può essere risolto solo se il mondo islamico rinuncia completamente alle fonti basate su assurdità, e si attengono invece al Corano, e la persona che porterà a questo è Hazrat Mahdi (pace su di lui).

Più di 1.000 combattenti stranieri si stanno unendo alla lotta in Siria ogni mese. Nemmeno gli attacchi aerei sembrano cambiare questo tasso. Il problema del radicalismo potrebbe essere risolto solo se il mondo islamico rinunciasse completamente alle fonti basate sulle sciocchezze e facesse riferimento al Corano.

I gruppi radicali riescono a produrre questo effetto in gran parte attraverso Internet. Utilizzano i social media con padronanza della propaganda persuasiva. Riescono a raggiungere i cinque continenti e ad avere sostenitori. Persuadono le persone probabilmente solo con poche brevi righe, in altre parole, attraverso l’educazione.

Horgan riassume quegli effetti in queste parole: “Sono diventati così abili sui social media che riescono ad arrivare agli individui frustrati su scala globale”.

Quello che dev’essere fatto è utilizzare gli stessi metodi e mostrare alla gente la natura falsa della religione della superstizione con prove dal Corano, facendo uso di un potente strumento di comunicazione come Internet. È dimostrare, utilizzando il Libro sacro dell’Islam stesso, che l’Islam rifiuta la ferocia e insegna l’amore e la pace. Se l’occidente lo fa, non ci sarà alcun bisogno di ricordare a nessuno che esso ha a sua disposizione mezzi migliori rispetto a quelli dei gruppi radicali. Provate a immaginare se tutti i media internazionali che sono in genere sotto il controllo dell’Occidente, fornissero questa educazione a gran voce! Ci vorrebbero solamente pochi secondi affinché il mondo sentisse la verità.

XENOFOBIA E INTOLLERANZA IN EUROPA - REATI D’ODIO IN EUROPA

→ 47,210 REATI DI MATRICE RAZZISTA sono stati segnalati in Europa nel 2013
→ MOLTI REATI D'ODIO NON VENGONO SEGNALATI o non vengono eseguite le indagini (ad esempio, nella Repubblica Ceca e in Italia, è stato stimato che in molti dei casi - tra il 40 e il 60% - di reato di matrice razzista segnalati, non vengono effettuate indagini complete da parte della polizia)
→ Tuttavia, solo il 33% DEGLI STATI MEMBRI DELL'UE ha pubblicato le statistiche dei reati d'odio avvenuti nel 2013
→ FINO AL 74% DEGLI ATTI COMMESSI PER MOTIVI RAZZIALI, come ad esempio le aggressioni o le minacce, non vengono denunciati alla polizia VITTIME DELLA DISCRIMINAZIONE IN EUROPA
→ IL 17% DEGLI EUROPEI ha personalmente avuto esperienze di discriminazione → Nel 2013, 1 EBREO SU 3 ha subito violenza fisica o verbale solo per il fatto di essere ebreo
→ IL 28% DI PERSONE CON DISABILITAʼ
→ IL 27% DEGLI EUROPEI APPARTENGONO A UNA MINORANZA ETNICA
→ IL 39% DEGLI EUROPEI SOTTOPOSTI A SONDAGGI Nel 2012 pensava che non essere un bianco rappresentasse uno svantaggio nella ricerca di un lavoro
→ 1 su 5 Dei sottoposti a sondaggi nella città di Roma, afferma di essere stato vittima di crimini d’odio nel 2013

Come mostra questo grafico, oggi gli incidenti di matrice razzista e i crimini d'odio contro le minoranze etniche sono piuttosto elevati in numero e rappresentano una grande minaccia per l'Unione europea. Un ambiente culturale basato sull'amore, il rispetto, l'amicizia e la fratellanza, e privo di disprezzo verso coloro che non provengono da esso, è un valore fondamentale che deve essere sostenuto con forza.

L’Islamofobia, L’Ascesa Dell’Estrema Destra e i Movimenti Xenofobi Che Alimentano il Radicalismo

Anche se la paura conosciuta come “islamofobia” è emersa in tutto il mondo solo dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, le sue radici risalgono alle Crociate, se non addirittura a prima. L’Islam è ormai diffuso in tutto il mondo: i musulmani rappresentano il 6% della popolazione europea, più di 45 milioni. Si stima che entro il 2050, i musulmani costituiranno circa il 20% della popolazione, e che una persona su cinque in Europa sarà musulmana - uno dei motivi principali della crescita dell’islamofobia tra gli europei negli ultimi anni.

Tuttavia, la vera causa dell’aumento dell’islamofobia, sono i gruppi terroristici radicali emersi in nome dell’Islam. Queste organizzazioni radicali, con i loro schemi mentali perversi e molto lontane dall’essenza dell’Islam, hanno provocato tanta paura e tanto odio nei confronti dell’Islam.

Varie cerchie opposte all’Islam hanno anche svolto un ruolo incredibilmente efficace nell’infondere questa paura nella mente delle persone, e questo ha portato all’esercizio virtuale di discorsi e attività islamofobiche svolte da casa, e alla nascita di una sicurezza, di un’intelligence e di apparati industriali del valore di bilioni di dollari. Questa industria ha lo scopo di prevenire l’ascesa del mondo islamico che possiede centri di potere economici e finanziari, le principali risorse energetiche e la ricchezza sotterranea.

L'islamofobia è una forma esistente di razzismo e l'Europa sta assistendo ad una crescente tendenza ad essa. Tuttavia, il vero grilletto dietro l'aumento dell'islamofobia sono i gruppi radicali che agiscono in nome dell'Islam. Questi gruppi, lontani dall'essenza dell'Islam, hanno causato una grande quantità di paura e di odio nei confronti dell'Islam.

Le politiche adottate da alcuni governi occidentali soprattutto dopo l’11 settembre, che in genere miravano ai musulmani, e le leggi approvate in tale contesto, hanno accelerato la crescita dell’islamofobia. I partiti di estrema destra hanno giocato un ruolo importante nell’incoraggiare l’opposizione all’Islam. Questi partiti usano discorsi islamofobici dietro ai quali si rafforzano, e nei quali mirano soprattutto ai migranti musulmani, allo scopo di raccogliere voti.

I migranti musulmani in Europa devono lottare contro xenofobia e islamofobia. La mentalità etnocentrica che li considera diversi, che li esclude e li disprezza e che li sottopone ad attacchi sia fisici che psicologici, con la scusa che i migranti minacciano la vita culturale e sociale del paese ospitante, sta crescendo in molti stati europei. Gli attacchi come percosse fisiche, le pietre lanciate contro le moschee e i luoghi di lavoro, i lanci di molotov, il pestaggio dei datori di lavoro e dei lavoratori, le svastiche e gli slogan offensivi sui muri, il vandalismo nei cimiteri, gli attacchi contro case e famiglie che vengono picchiate e minacciate con molestie verbali, sono solo alcuni degli atti ai quali i musulmani in Europa vengono spesso sottoposti.

Tuttavia, come tutti gli altri immigrati, i musulmani sono persone che lasciano le proprie case e che cercano di integrarsi nei paesi in cui si spostano, e che portano grandi contributi economici alle loro nuove società. La discriminazione e l’ostilità nei loro confronti sono del tutto incompatibili con i diritti umani e la democrazia moderna, così come sono ingiuste e intolleranti.

È altrettanto sbagliato considerare l’ostilità nei confronti dell’Islam e dei musulmani in Europa come una categoria singola. Le persone che pensano che i musulmani stanno rubando posti di lavoro e altri benefici agli occidentali, quelli che usano deliberatamente queste preoccupazioni per incoraggiare l’ostilità nei confronti dell’Islam e dei musulmani, o quelli che pensano che un numero crescente di musulmani eliminerà il cristianesimo e/o degraderà la cultura occidentale, e quelli che pensano che l’Islam equivalga a terrorismo e radicalismo, devono essere considerati tutti separatamente.

Nel Corano, non c'è distinzione tra le razze; il Corano raccomanda alle persone di fedi diverse di convivere nella stessa società in pace e felicità. Un mondo in cui le persone saranno in grado di vivere insieme in pace, a prescindere dalla razza o dalla religione alla quale appartengano, in cui ogni perversione razzista sarà respinta, in cui i diritti di tutti saranno considerati e tutte le persone saranno rispettate, potrà quindi essere stabilito.

C’è solo un modo per superare queste paure: i veri musulmani devono descrivere la propria fede con pazienza e moderazione, devono spiegare e dimostrare che l’Islam libero da ogni tipo di assurdità, è moderno, compatibile con la scienza, la democrazia e la logica, illuminato, progressista, opposto al terrore e che ordina amore, fraternità e pace. Devono spiegare che i musulmani non hanno alcuna intenzione di abolire il Cristianesimo, e che il Corano loda i cristiani. Devono spiegare che la mentalità identificata con gli attacchi del terrorismo, del massacro e del suicidio, che è contro l’arte, la scienza e tutta la bellezza, e che è ostile nei confronti delle altre fedi, non deriva dall’Islam, ma da fanatici illusi e fuorviati.

Anche l’Occidente ha una grande responsabilità: la prima cosa che l’Occidente deve fare è introdurre misure legali contro gli islamofobi e le attività razziste. L’islamofobia deve essere considerata un crimine d’odio così come lo è l’antisemitismo. La priorità dell’ovest deve essere quella di sviluppare una cultura basata sull’amore, sul rispetto, sull’amicizia e sulla fratellanza, e senza disprezzo nei confronti di coloro che provengono da altre culture. I paesi occidentali, le organizzazioni internazionali e le organizzazioni delle società civili devono dimostrare urgentemente sensibilità a tale riguardo. Il fatto che venga introdotta una nuova legislazione e che le persone vengano educate in modo che le nuove generazioni siano libere da questi pregiudizi, è una questione di massima urgenza per quanto riguarda la pace nel mondo.

Le Operazioni Militari Non Produrranno Una Soluzione Al Terrorismo

I soldati americani vincono sempre nei film. Vengono svolte le operazioni più complesse, la vittoria è ottenuta e gli ostaggi vengono liberati. La superiorità americana viene sempre rappresentata. Ma è così anche nel mondo reale?

Guardando indietro nella storia, vedremo che i fatti non corrispondono sempre alle fiction. L’operazione Eagle Claw ne è un esempio. L’operazione messa in atto dai militari degli Stati Uniti nell’aprile 1980 per liberare i 52 cittadini americani tenuti in ostaggio nell’ambasciata degli Stati Uniti in Iran, si è conclusa in una sconfitta a causa di un’improvvisa tempesta di sabbia. Un incidente avvenuto nel rifornimento durate il tragitto della USS Nimitz, il centro dell’operazione, ha portato alla distruzione di un aereo C-130 Hercules e di un elicottero americano. L’esercito americano ha perso 8 soldati, 2 aerei militari e una bisarca, e ha dovuto ritirarsi dalla regione senza eseguire l’operazione.

Un altro esempio è avvenuto in Somalia. Un’operazione nel 1994 sotto il comando del generale William F. Garrison si è conclusa in un fiasco e ha causato la morte di 24 pakistani e 19 soldati Usa nei combattimenti a Mogadiscio. La forza di pace delle Nazioni Unite e le truppe americane si sono ritirate dalla regione il 3 Marzo 1995, come conseguenza dell’aumento delle perdite.

La storia militare degli Stati Uniti è piena di simili operazioni di salvataggio fallite, anche se non sono tutte così note come queste due. Uno di questi incidenti ha avuto luogo a metà dicembre del 2014, nel villaggio di Dafaar nella provincia yemenita di Abva. Un’operazione di salvataggio da parte delle forze speciali degli Stati Uniti si è conclusa con due ostaggi, il trentatreenne fotoreporter americano Luke Somers e il docente sudafricano Pierre Korkie, che sono stati poi colpiti a morte da parte dei militanti. Hanno perso la vita anche un comandante locale di al-Qaida, diversi militanti, una donna e un bambino di 10 anni.

Il segretario alla Difesa americano Chuck Hagel ha confermato che questo era avvenuto durante un’operazione di salvataggio degli ostaggi Somers e Korkie, tenuti in ostaggio in Yemen per più di un anno.

Gli Stati Uniti stanno portando avanti operazioni con droni in Yemen dal 2002. Molte di queste operazioni si sono concluse con un fallimento e la morte di molti civili. Nel 2014, 13 civili sono morti e 20 persone sono rimaste ferite in un attacco aereo contro obiettivi di al-Qaida nella città yemenita di Rada.

 

Dunque, cosa si dovrebbe fare dato che questi paesi non sono in grado di fermare le attività terroristiche in corso nelle loro terre, e che gli interventi militari esterni stanno portando alla morte di persone innocenti?

Prima di tutto va condotta una lotta intellettuale contro le organizzazioni terroristiche che usano la violenza in nome dell’Islam. La distorsione dei pensieri dei membri di queste organizzazioni dev’essere dichiarata in modo esplicito. Tutti i leader d’opinione e i leader politici devono dichiarare con enfasi che nel Corano viene esplicitamente affermato che i musulmani devono invitare le persone ai valori morali dell’Islam solo attraverso parole dolci, e non attraverso forza e coercizione. Si possono invitare queste persone alla vera via solo parlando loro della libertà di fede che si trova nei valori morali islamici.

Tutti i musulmani, sciiti o sunniti, devono riconoscere che la violenza non è il modo per ottenere i loro diritti, e che è invece una palese violazione dei valori morali islamici. La gente deve sapere che non si possono far abbracciare i valori morali islamici agli altri attraverso atti di terrorismo, e che tali atti servono meramente a far aumentare il numero dei nemici dell’Islam e a infliggere un male ancora peggiore anche ai musulmani stessi.

Si devono esporre delle lezioni volte a minare l’infrastruttura intellettuale delle organizzazioni terroristiche agli studenti delle scuole; si devono studiare libri e articoli, e tenere conferenze e seminari scientifici. Questo è l’unico modo in cui il terrorismo può essere eliminato dal mondo. Questo metodo può asciugare la palude in cui si genera il terrore.

Oggigiorno ci sono delle organizzazioni radicali con i loro affiliati che operano in un’ampia area di territori dall’Asia centrale al Caucaso, dall’Africa ai Balcani, e dall’interno dell’Europa agli Stati Uniti.

L’unica ragione per cui il radicalismo è in grado di avere dei sostenitori da diverse culture e aree geografiche è la tecnica dell’utilizzo di educazione, istruzione e propaganda con persone che sono per lo più ignoranti in fatto di religione e che si avvicinano alle cose in maniera emotiva piuttosto che attraverso il loro intelletto. Internet e i social media sono gli strumenti di comunicazione globali più comunemente utilizzati dalle organizzazioni radicali per l’educazione e la propaganda. Pertanto è evidente che contro la radicalità dev’essere sviluppato un mezzo diverso dall’uso della forza e delle armi.

Le istituzioni strategiche più popolari dell’Occidente ritengono che i carri armati e i consiglieri politici non siano riusciti a creare nessuna alternativa alla costante produzione di nuove strategie militari. Per essere più precisi, l’idea che possa esistere un’alternativa al massacro, non è mai nemmeno passata per la loro testa. Esse hanno sempre ignorato i fattori della fede e dell’ideologia nell’emergenza di fenomeni sociologici come il radicalismo.

L’unico modo di porre fine al terrore, alla violenza e alle uccisioni che derivano da una concezione distorta dell’Islam, basata su superstizioni, interpretazioni distorte, falsi hadith e comandamenti totalmente in contrasto con il Corano, è quello di informare, nella migliore maniera possibile, l’intero mondo islamico sul vero Islam basato sul Corano e correggere le false credenze interpretandole alla luce e sotto la guida del Corano.

Tutti i musulmani devono assolutamente rifiutare gli atteggiamenti di rabbia, inflessibili e polemici che vanno contro la natura stessa del Corano, e al loro posto devono adottare un comportamento amichevole, gentile, affettuoso, calmo e compassionevole. I musulmani devono essere un esempio per il mondo, ed essere ammirati per la loro maturità, compassione, moderazione, modestia e serenità. I musulmani devono vivere l’Islam nel miglior modo possibile e introdurre al mondo la moralità islamica non solo nel loro comportamento, ma anche attraverso gli sviluppi nel campo della scienza, della cultura, dell’arte, dell’estetica, dell’ordine sociale e in tutti gli altri settori.

 

L’isis È Un’organizzazione Terroristica Che Non Ha Nessuna Connessione Con Il Vero Islam

Ci troviamo di fronte a un terrorismo spaventoso che versa fiumi di sangue nel mondo islamico, colpisce i civili dell’Europa centrale e delle località più popolose degli Stati Uniti, e minaccia il mondo intero, senza alcun riguardo per la confessione religiosa, la razza o l'ideologia delle vittime. Questo atroce terrorismo si manifesta a volte con il nome di PKK, o di Boko Haram, o ancora di Al-Qaeda, o YPG, altre volte come un gruppo di miliziani sciiti, e altre ancora con il nome di ISIS. Le organizzazioni terroristiche odierne assomigliano ai tentacoli di un polipo, tutti controllati da un’unica mente. Prendono di mira i civili, distruggono il Medio Oriente e allo stesso tempo rendono impossibile la vita in Occidente. Credono che versare il sangue degli innocenti sia essenziale.

Tra le più atroci di queste organizzazioni c’è l’ISIS, organizzazione presumibilmente nata in nome dell'Islam, ma che ha massacrato il maggior numero di musulmani. Senza dubbio, il terrorismo non trova posto nella religione dell'Islam, come spiegato chiaramente nel Corano. Le cosiddette fonti islamiche alle quali l’ISIS si ispira per commettere i suoi brutali atti di terrorismo, non sono altro che delle superstizioni fabbricate e ideologie fanatiche attribuite all’Islam che, in realtà, non sono compatibili con il Corano e non hanno alcuna rilevanza per l'Islam predicato e praticato dal Profeta Muhammad (saws).

GLI ATTI VIOLENTI DELL’ISIS NON SONO COMPATIBILI COL CORANO

Il fatto che le carte d'identità dei terroristi possano indicare che i terroristi sono "musulmani" o che possiedono dei nomi islamici, non significa che queste persone selvagge, che uccidono gli innocenti senza alcun rimorso, siano effettivamente dei musulmani. E i loro assassini non possono assolutamente essere chiamati "terrorismo islamico".

Secondo i valori morali del Corano, un musulmano è tenuto a trattare gli altri con equità e gentilezza, a prescindere che essi siano musulmani o meno, e a "vietare lo spargimento della corruzione sulla terra".

“… Allah non ama la corruzione”, (Sura al-Baqara, 205).

Uccidere una persona innocente è uno degli esempi più evidenti di corruzione. Uccidere una sola persona significa aver commesso un crimine talmente grave che equivale all’aver ucciso l'umanità intera.

“… chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità…” (Sura al-Ma’ida, 32)

Il Corano considera coloro che compiono dei massacri utilizzando il nome dell'Islam e quindi chiamandoli 'jihad', degli assassini. Nessun musulmano che prende i versetti del Corano e le pratiche del nostro Profeta (saws) come guida, potrebbe mai commettere tali crimini.

L’Islam ordina l’amore, la misericordia e la pace. Per quanto riguarda la fede, l'Islam garantisce alle persone la completa libertà, e questo in modo chiaro ed inequivocabile. I versetti su questo argomento non lasciano spazio a errori di interpretazione.

“A voi la vostra religione, a me la mia”. (Sura al-Kafirun, 6)

“Non c'è costrizione nella religione…” (Sura al-Baqara, 256)

Dio invita tutti gli uomini a prendere i valori morali islamici come esempio attraverso il quale la misericordia, la compassione, la comprensione e la pace potranno regnare supreme sulla terra:

“O voi che credete! Entrate tutti nella Pace. Non seguite le tracce di Satana…” (Sura al-Baqara, 208)

Come Si Puo’ Prevenire Il Terrorismo Dell’isis, Presumibilmente Perpetrato In Nome Dell’islam?

L'unico modo per eliminare il terrorismo radicale è quello di ristabilire il regno dello spirito del Corano nel mondo islamico. A coloro che credono e ai quali è stato fatto credere che la soluzione risiede nella violenza e nel terrorismo, dovrebbe essere detto che:

◉ La Sunnah (cioè i detti e gli insegnamenti) del Profeta Muhammad (saws) è il Corano, e il Corano è sufficiente,

◉ Il Corano è chiaro e facilmente comprensibile, ed è proprio il Corano che va seguito, non le interpretazioni di alcuni cosiddetti sapienti,

◉ Il Corano invita principalmente al perdono, all'amore e alla misericordia,

◉ Non c'è costrizione nell’Islam, e ogni persona ha la libertà di pensiero e fede,

◉ Il Corano considera l’omicidio un peccato grave,

◉ I musulmani hanno l'obbligo di stabilire e preservare la pace,

◉ Il Corano ordina di trattare gli altri con equità, in tutte le situazioni,

◉ I musulmani dovrebbero invitare gli altri a seguire i valori morali islamici solo attraverso l'eloquenza, e non attraverso la costrizione o la forza,

◉ I cosiddetti hadith che vengono citati come base a sostegno della violenza sono, in realtà, fabbricati e falsi.

Sensibilizzare le comunità islamiche attraverso un'educazione basata sui concetti coranici che invitano all’amore e alla pace, eliminerà ogni mezzo dei radicali che incitano i musulmani alla violenza.

Stabilire sulla terra il regno dell’amore e della pace come ha ordinato Dio, seppellirà definitivamente il terrorismo nelle pagine della storia.

 

Sİ ALL'AMORE
NO ALL'ODIO

Felicità, giustizia, benessere economico e salute possono essere raggiunti solo attraverso la pace e l'unità.

Tutte le religioni divine ordinano l'amore.

È giunto il momento per tutti di rendersi conto che la pace si trova adottando un approccio umano basato sui valori morali della religione.

Esempi di Compassione, Affetto e Umanità Nella Storia Dell’Islam

Per riassumere i fatti che abbiamo visto finora, la fede islamica come descritta nel Corano è una religione di pace, amore e compassione. Questa verità è accettata anche da molti storici e teologi non musulmani. Uno di questi è la storica britannica Karen Armstrong, una ex suora esperta in storia del Medio Oriente. Nel suo libro Holy War (Guerra Santa) , nel quale si esaminano le tre religioni divine, afferma:

“... La parola ‘Islam’ deriva dalla stessa radice araba della parola “pace” e il Corano condanna la guerra come uno stato anormale delle cose opposto al volere di Dio … L’Islam non giustifica una guerra totale di sterminio… L’Islam riconosce che la guerra è inevitabile e talvolta un dovere positivo per porre fine all’oppressione e alla sofferenza. Il Corano insegna che la guerra dovrebbe essere limitata e condotta nella maniera più umana possibile. Muhammad dovette combattere non solo i Meccani, ma anche le tribù ebraiche vicine e le tribù cristiane in Siria, le quali avevano pianificato un’offensiva contro di lui in alleanza con i Giudei. Tuttavia, ciò non indusse Muhammad a denunciare la Gente del Libro. I suoi musulmani erano costretti a difendersi, ma non combattevano una “guerra santa” contro la religione dei loro nemici. Quando Muhammad inviò il suo liberto Zaid contro i Cristiani alla testa dell’armata musulmana, gli disse di combattere nella causa di Dio con coraggio e umanità. Non si dovevano aggredire i preti, i monaci e le suore, né i deboli e gli indifesi né quanti erano incapaci di combattere. Non vi dovevano essere massacri di civili né si doveva tagliare un singolo albero né distruggere alcun edificio”3.

Anche i Califfi che succedettero il Profeta Muhammad (pbsl) si dimostrarono molto sensibili nei confronti dell’esercizio della giustizia. Nei paesi conquistati, sia gli indigeni che i nuovi arrivati condussero la propria vita in pace e sicurezza. Abu Bakr (ra), il primo califfo, chiese al suo popolo di adottare atteggiamenti giusti e compassionevoli in quelle terre. Tutti questi atteggiamenti erano in conformità con i valori del Corano. Abu Bakr diede al suo esercito il seguente comando prima di intraprendere la spedizione siriana:

“Fermatevi, affinché possa darvi dieci norme da ricordare: non tradite, non deviate dal cammino retto. Non mutilate, né uccidete i bambini, gli anziani e le donne. Non distruggete neppure un palmizio, né bruciate o tagliate un singolo albero da frutta. Non trucidate i greggi né le mandrie di cammelli, se non per procurarvi la sussistenza. È probabile che incontriate gente che ha votato la vita al servizio monastico; lasciatela a ciò cui hanno dedicato l’esistenza. È probabile, parimenti, che incontriate gente che vi offrirà cibo di ogni genere. Mangiatene, ma non dimenticate di menzionare il nome di Allah”4.

Omar ibn al-Khattab, successore di Abu Bakr, divenne famoso per il modo in cui esercitava la giustizia e per i contratti che stipulò con le popolazioni indigene dei paesi conquistati. Ognuno di questi contratti si rivelò un esempio di compassione e giustizia. Ad esempio, nella dichiarazione in cui concedeva protezione ai cristiani di Gerusalemme e Lod, garantì che le chiese non sarebbero state demolite e che i musulmani non avrebbero pregato nelle chiese. Omar concesse le stesse condizioni ai cristiani di Betlemme.

Durante la conquista di al-Mada’in, la dichiarazione di protezione data al patriarca nestoriano Isho’yab III (650 - 660 AD) garantiva ancora che le chiese non sarebbero state demolite e che nessun edificio sarebbe stato trasformato in una casa privata o in una moschea5. La lettera scritta dal patriarca al vescovo di Fars (Persia) dopo la conquista, è ancora più impressionante, nel senso che rivela la comprensione e la compassione mostrate dai capi musulmani nei confronti della Gente del Libro con le parole di un cristiano:

Gerusalemme, sacra per musulmani, ebrei e cristiani, deve essere un luogo in cui tutti i credenti possono ricordare Dio con gioia e amore.

“Gli Arabi ai quali Dio ha dato in questa epoca il governo del mondo... non perseguitano la religione cristiana. Anzi, la favoriscono, onorano i nostri preti e i santi di Dio e concedono benefici alle chiese e ai monasteri”6.

Il seguente documento scritto da Omar, ci mostra il genere di comprensione e il concetto di giustizia che Dio concede all’uomo a condizione che egli adotti i tratti caratteriali descritti nel Corano:

Questa è la sicurezza che il servo di Dio, Omar, Comandante dei credenti, garantisce alla gente di Ælia. Egli garantisce a tutti, malati o sani, sicurezza per le loro vite, per le loro proprietà, le loro chiese e le loro croci, e per tutto ciò che concerne la loro religione. Le loro chiese non devono essere trasformate in dimore, né distrutte, né loro o i loro beni devono essere danneggiati in alcun modo, e nemmeno le croci degli abitanti o alcunché di ciò che possiedono; nessuna costrizione deve essere loro imposta, per quanto riguarda la loro fede, né nessuno di loro deve essere deturpato7.

Tutti questi sono esempi molto importanti che rivelano la comprensione della giustizia e della compassione dei veri credenti. In un versetto Dio comanda quanto segue:

Allah vi ordina di restituire i depositi ai loro proprietari e di giudicare con equità quando giudicate tra gli uomini. Allah vi esorta al meglio. Allah è Colui Che ascolta e osserva. (Corano, 4:58)

Canon Taylor, uno dei capi della missione della Chiesa anglicana, esprime la bellezza rivelata dalla morale islamica in uno dei suoi discorsi, come segue:

Al tempo del Profeta Muhammad (pbsl), una politica giusta e compassionevole fu praticata nei confronti della Gente del Libro.

“L’Islam ha messo in luce i dogmi fondamentali della religione – l’unità e la grandezza di Dio, la Sua giustizia e misericordia, la sottomissione alla Sua volontà, l’abbandono e la fede. Ha proclamato la responsabilità dell’uomo, la vita futura, il Giorno del Giudizio e il castigo per gli empi. Ha ripristinato i doveri della preghiera, della carità, del digiuno e della benevolenza. Ha messo in disparte le virtù artificiali, le frodi e le follie religiose, i sentimenti morali perversi e le sottigliezze verbali delle dispute teologiche... Ha dato la speranza allo schiavo, la fratellanza all’umanità e ha riconosciuto le verità fondamentali della natura umana”8.

La falsa dichiarazione che i popoli dei paesi conquistati si convertirono all’Islam perché vennero minacciati è stata smentita anche dai ricercatori occidentali, mentre l’atteggiamento di giustizia e compassione dei musulmani è stato confermato. L. Browne, un ricercatore occidentale, esprime la situazione con le seguenti parole:

“Incidentalmente, questi fatti ben documentati smentiscono l’idea tanto a lungo divulgata negli scritti cristiani che i musulmani, ovunque si fossero recati, avrebbero forzato le popolazioni ad accettare l’Islam con la lama della spada”9.

Nel suo libro The Prospects of Islam (Le Prospettive Dell’Islam), Browne prosegue dicendo che il vero motivo che si nasconde dietro alle conquiste dei musulmani sarebbe la fratellanza dell’Islam. La stragrande maggioranza degli amministratori musulmani che ha regnato nelle terre musulmane nel corso della storia, ha continuato a trattare i membri delle altre religioni con la più assoluta compassione e con rispetto. Dentro i confini di tutti gli stati islamici, ebrei e cristiani vivevano in condizioni di sicurezza e godevano della propria libertà.

Anche il regno dei turchi Selgiuchidi e quello dell’Impero Ottomano furono segnati dalla giusta e compassionevole mentalità dell’Islam. Nel suo libro, The Preaching of Islam (La Predicazione Dell’Islam), Thomas Arnold spiega la volontà dei cristiani di vivere sotto il dominio selgiuchido, indotta da tale mentalità:

L'Impero ottomano, uno stato musulmano, concesse ai suoi sudditi la libertà religiosa. Nelle terre ottomane si poteva vedere quindi una pacifica mescolanza di culture. Lo stato proteggeva i suoi cittadini in conformità agli insegnamenti della moralità musulmana, prendendosi cura dei poveri, a prescindere dalla religione che essi praticavano.

Questo stesso senso di sicurezza della vita religiosa sotto il dominio musulmano portò, più o meno allo stesso momento molti cristiani, anche dell’Asia Minore, ad accogliere l’avvento dei turchi Seljuq come loro salvatori... Nel regno di Michele VIII (1261-1282), i turchi venivano spesso invitati dagli abitanti delle città più piccole all’interno dell’Asia Minore a prendere possesso di esse, così che potessero sottrarsi alla tirannia dell’Impero; e spesso, sia i ricchi che i poveri, emigravano nei domini turchi10.

Malik Shah, capo dell’Impero islamico selgiuchide nella sua più brillante età, si avvicinò alle persone delle terre conquistate con grande compassione e giustizia, e fu quindi ricordato con rispetto e amore. Tutti gli storici oggettivi fanno riferimento alla giustizia e alla compassione di Malik Shah nelle loro opere. La sua compassione suscitò anche sentimenti amorevoli nei suoi confronti nei cuori della Gente del Libro. Per questo motivo, per la prima volta nella storia, molte città passarono sotto il dominio di Malik Shah di loro spontanea volontà. Anche Sir Thomas Arnold menziona Odo de Diogilo, un monaco di St. Denis che partecipò alla seconda crociata nelle vesti di cappellano privato di Luigi VII e, in sua memoria, fa riferimento alla giustizia amministrata dai musulmani indipendentemente dall’affiliazione religiosa degli individui. Sulla base dell’esplicito resoconto di Odo de Diogilo, Sir Thomas Arnold scrive:

La situazione dei sopravvissuti sarebbe stata completamente senza speranza dato che la vista della loro miseria non aveva sciolto i cuori dei maomettani. Si presero cura dei malati e diedero sollievo ai poveri e agli affamati con generosità. Alcuni addirittura comprarono il denaro francese che i Greci avevano rubato ai pellegrini con forza e con astuzia, e lo distribuirono liberalmente tra i bisognosi. Talmente grande era il contrasto tra il trattamento gentile che i pellegrini avevano ricevuto da [loro]... e la crudeltà dei loro compagni cristiani, i Greci, che imponevano il lavoro forzato, li picchiavano e li derubavano di quel poco che gli era rimasto, che molti abbracciarono volontariamente la fede dei loro salvatori. Come dice il vecchio cronista [Odo de Diogilo]: “Evitando i loro correligionari che erano stati così crudeli con loro, trovarono la sicurezza tra gli infedeli che erano compassionevoli nei loro confronti e, come sappiamo, più di tremila si unirono ai Turchi, quando si ritirarono”11.

Queste dichiarazioni degli storici rivelano che gli amministratori musulmani, che veramente adottavano la moralità dell’Islam, hanno sempre governato con compassione e giustizia. Allo stesso modo, nella storia dell’impero ottomano che governò le terre di tre continenti per secoli, abbondano esempi di giustizia.

Nel 1492, gli ebrei che rifiutavano di convertirsi, venivano esiliati dalla Spagna da re Ferdinando e dalla regina Isabella. Gli ebrei furono accolti dall’Impero Ottomano, un paradiso di giustizia e compassione islamica.

Il modo in cui gli ebrei si stabilirono nelle terre ottomane durante il periodo del Sultano Bayezid II, dopo essere stati sottoposti a massacri e all’esilio nei regni cattolici di Spagna e Portogallo, è un ottimo esempio della compassione che la moralità islamica porta con sé. I monarchi cattolici che governavano gran parte della Spagna a quel tempo, sottoposero gli ebrei che precedentemente avevano vissuto in pace sotto il dominio musulmano in Andalusia, ad enormi pressioni. Mentre i musulmani, i cristiani e gli ebrei furono in grado di vivere in pace l’uno accanto all’altro in Andalusia, i monarchi cattolici cercarono di costringere l’intero paese a convertirsi al cristianesimo, dichiararono guerra ai musulmani, ed oppressero gli ebrei. Di conseguenza, l’ultimo sovrano musulmano nella regione di Granada nel sud della Spagna, fu detronizzato nel 1492. I musulmani furono sottoposti a terribili massacri, e gli ebrei che si rifiutavano di cambiare religione furono mandati in esilio.

Un gruppo di quegli ebrei senza patria cercò rifugio nell’Impero Ottomano, e lo stato glielo concesse. La flotta ottomana sotto il comando di Kemal Reis, portò gli ebrei esiliati e i musulmani che erano sopravvissuti al massacro nella terra degli Ottomani.

Il Sultano Bayezid II, passato alla storia come un credente più pio, stabilì nella primavera del 1492, gli ebrei che erano stati espulsi dalla Spagna in diverse parti del suo impero, vicino a Edirne e Tessalonica, nell’odierna Grecia.

La maggior parte dei 25.000 ebrei turchi che oggi vivono in Turchia sono gli antenati di quegli ebrei spagnoli. Praticano la loro religione e le loro tradizioni che hanno portato con sé dalla Spagna circa 500 anni fa, e continuano a vivere nel modo più tranquillo possibile; hanno le loro scuole, ospedali, case per gli anziani, associazioni e giornali culturali. Così come hanno commercianti e uomini d’affari, hanno anche rappresentanti di numerose professioni, dalle materie tecniche alla pubblicità, con circoli in continuo sviluppo intellettuale. Mentre le comunità ebraiche in molti paesi d’Europa sono state esposte per secoli alla paura degli attacchi razzisti antisemiti, quelle della Turchia hanno vissuto in pace e sicurezza. Questo singolo esempio è sufficiente per dimostrare la compassione che l’Islam porta con sé e la sua comprensione della giustizia.

Il sultano Mehmet il Conquistatore, accordò molte concessioni al patriarcato. Sotto il dominio turco, il patriarca godette dell’autonomia per la prima volta nella storia. Nella foto si vede il sultano Mehmet il Conquistatore che riceve il patriarca.

La compassione e l’affetto mostrati dal sultano Bayezid II vennero messi in pratica da tutti i sultani ottomani. Quando il sultano Mehmet il Conquistatore conquistò Istanbul, permise ai cristiani e agli ebrei di vivere lì liberamente. André Miquel, noto per le preziose opere che scrisse riguardo alle giuste e compassionevoli pratiche dei musulmani e del mondo islamico, dice:

“Le comunità cristiane vissero in uno stato meglio amministrato che durante l’epoca bizantina e latina. Non furono mai soggette a sistematiche persecuzioni. Al contrario, l’Impero e in special modo Istanbul, divennero un rifugio per gli ebrei spagnoli che erano stati torturati. Non furono mai islamizzati forzosamente; i movimenti di islamizzazione furono il risultato di processi sociali”12.

Ai non-musulmani furono concessi molti diritti anche negli stati islamici pre-ottomani.
John L. Esposito, professore di Religione e Relazioni Internazionali alla Georgetown University, descrive come gli ebrei e i cristiani che entrarono a far parte dell’amministrazione degli stati musulmani convivessero in grande armonia:

Per molte popolazioni non musulmane nei territori bizantini e persiani, già sottomesse ai governatori stranieri, la dominazione islamica significò un passaggio a nuovi governatori, spesso più flessibili e tolleranti, piuttosto che una perdita di indipendenza. Molte di queste popolazioni godevano di una maggiore autonomia locale e spesso pagavano meno tasse... L’Islam si rivelò una religione più tollerante, che garantiva maggiore libertà religiosa per gli ebrei e i cristiani indigeni13

Il sultano Beyazid II era un musulmano devoto. Accolse gli ebrei che stavano fuggendo dalle persecuzioni spagnole, e concesse loro la libertà di praticare la loro religione nelle terre musulmane.

 

Note

5. Karen Armstrong, Holy War, MacMillan London Limited, 1988, p. 25

6. W.H.C. Frend, “Christianity in the Middle East: Survey Down to A.D. 1800”, Religion in the Middle East, Ed. A.J. Arberry, I-II Cambridge, 1969, Volume I, p. 289

7. Prof. Thomas Arnold, The Spread of Islam in the World, A History of Peaceful Preaching, Goodword Books, 2001, p. 56

8. Prof. Thomas Arnold, The Spread of Islam in the World, A History of Peaceful Preaching, pp. 71-72

9. L. Browne, The Prospects of Islam, pp. 11-15

10. Prof. Thomas Arnold, The Spread of Islam in the World, A History of Peaceful Preaching, p. 96

11. Prof. Thomas Arnold, The Spread of Islam in the World, A History of Peaceful Preaching, pp. 88-89

12. André Miquel, L'Islam et sa Civilisation VIIe - XXe siècle, Librairie Armand Colin, Paris 1968, p. 244

13. John L. Esposito, The Islamic Threat: Myth or Reality, Oxford University Press, New York, 1992, p. 39